Crimine contro l’Umanità: corso “legale”, ovvero il monetopolio della manipolazione monetaria

Anche se mi sono già dilungato sulle manipolazioni monetarie, facciamo lo stesso ora un po’ di luce su un altro loro aspetto chiave, perché altrimenti potrebbe passare inosservato, o persino apparire come un riparo da esse – in entrambi i casi alquanto ingannevolmente –: il corso legale. O piuttosto: corso aperte virgolette “legale” chiuse virgolette.

Cos’è questa roba chiamata corso legale? Perché le virgolette intorno a “legale”? Sia che tu non ne abbia idea, sia che tu te ne intenda, in ambo i casi puoi trovarne una buona definizione nel film comico demenziale del 1982 L’aereo più pazzo del mondo… sempre più pazzo: la scena del telegiornale russo. In essa, il mezzobusto sovietico annuncia che un incendio nel centro di Mosca ha appena fatto spazio per una nuova gloriosa fabbrica di trattori e… non è soltanto la perversione della verità, e non è soltanto il tono trionfante obbligatorio; è la loro causa: quella pistola puntata alla sua tempia.
È stato detto che fu Marco Polo a portare il denaro di carta all’occidente; lo scoprì in Cina, dove chi comandava emetteva dei pezzi di carta, ed i comandati dovevano accettare il loro potere d’acquisto dal nulla altrimenti… teste mozzate ed altre amenità del genere.
Ecco che cos’è il corso “legale”: la pistola puntata alla tua tempia che ti invita gentilmente ad accettare il potere d’acquisto del rapinatore creato dal nulla in cambio dei sudati frutti del tuo duro lavoro. Al mio paese, lo chiamano rapina.
Infatti, al mio paese, esiste anche un sinonimo di corso legale che è in un certo qual modo più esplicito: “corso forzoso”.
Puoi anche chiamarlo “moneta per decreto” e simili: denaro che esiste e viene accettato perché qualcuno ha il potere di punirti se non accetti il suo potere d’acquisto dal nulla e questo è tutto. Non è nient’altro che rapina indorata.
In linea di massima, la gente accetta valore in scambio quando ne vede uno reale; il fatto stesso che debba venire costretta ad accettare un mezzo di pagamento in scambio prova che c’è qualcosa che non va e qualcosa di losco in esso.

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Siamo stati indotti a credere che sia necessario e nell’ordine delle cose obbligare la gente ad accettare il denaro emesso dal loro stesso paese. Ebbene, non lo è, punto.
La cruda verità è che il corso legale è un’imposizione monopolista e totalitaria da scardinare; se un mezzo di scambio e pagamento è buono, è voluto e quindi non c’è bisogno di imporlo con la forza; se c’è bisogno della forza per imporlo, non è voluto e quindi non è buono.
La regola generale è: decretare un denaro valuta legale decreta anche la sua natura fraudolenta, e questo è tutto.

Siamo qui di fronte a due questioni rilevanti: La questione ovvia è che la legge è a rischio di venire sfruttata a fini di sopruso ed ingiustizia. La questione meno ovvia si può individuare osservando il denaro cartaceo, metaforicamente parlando, con una lente d’ingrandimento sinchè non appaiono due sue qualità – moneta−gettone e corso legale –, e poi ispezionandole più da vicino e più attentamente, sinchè esse non si mostrano per come realmente sono: del tutto distinte e separate.

Quando le banche emettevano le proprie banconote in regime di sistema di banche libere, tu eri libero di accettarle in pagamento o rifiutarle, proprio come sei libero di accettare in pagamento o rifiutare la cambiale di qualcuno. Il punto è: eri libero.

Una cosa è la forma del denaro: di cosa sia fatto, e se abbia valore intrinseco o meno. Tutt’altra cosa è se tu sia libero di accettarlo o rifiutarlo come pagamento.

La verità è che, sino a questo momento, ho usato il termine “moneta fiat” scorrettamente. E con ogni probabilità non sono solo in questo. La scorrettezza consiste nel confondere le due qualità di moneta−gettone e di corso legale come se fossero un’unica qualità indistinta.

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Un gettone non ha valore intrinseco, il suo solo valore è simbolico; e questo è ciò che è il denaro cartaceo: nessun valore intrinseco, solo nominale. Ma che tu sia libero di accettarlo o rifiutarlo, oppure costretto ad accettarlo, è tutt’altra cosa, che non ha nulla a che vedere con il suo valore intrinseco o nominale: anche se potresti essere più disposto ad accettare in pagamento qualcosa avente valore intrinseco piuttosto di qualcosa avente solo valore nominale, potresti tuttavia essere libero di accettarlo o no indipendentemente dal suo valore intrinseco o nominale.
Beh, ad essere precisi, potremmo anche menzionare che entrambe queste qualità sono distinte rispetto ad una terza qualità etichettata “moneta−ricevuta”: sia il denaro fiat che il denaro−ricevuta non hanno valore intrinseco, entrambi si basano su fiducia ed accordo, ma sul secondo si concorda che sia direttamente convertibile in valore reale.

Ora, libertà significa che tu ed io ed i nostri simili, in quanto controparti nei nostri accordi, patti e contratti, siamo liberi di concordare tutti i termini – tutti, pagamento ed inadempienza compresa –: cosa sia accettato in cambio di cosa, come un’obbligazione sia adempiuta vengono liberamente concordati dalle parti interessate; e se quel pagamento o quell’obbligazione non viene adempiuto in quei termini concordati, il pagamento o l’adempimento non sono avvenuti e questo è tutto. Poi fa il suo ingresso il corso legale, e quella libertà è minata.

Corso legale significa che non puoi rifiutarti di accettare valuta a corso legale in pagamento o in adempimento di un’obbligazione. Corso legale significa che la valuta a corso legale estingue l’obbligazione: un’obbligazione adempiuta in valuta a corso legale è adempiuta a tutti gli effetti. Corso legale significa che non solo un’obbligazione a tuo favore adempiuta in valuta a corso legale è adempiuta a tutti gli effetti, ma anche che tu non puoi rifiutare il suo adempimento in valuta a corso legale. E quest’estinzione a tutti gli effetti che non puoi nemmeno rifiutare significa che vieni privato di qualunque pretesa in merito all’obbligazione laddove non adempiuta nei termini originariamente pattuiti.

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Concettualmente, ti è dovuto qualcosa, ricevi qualcos’altro, e sei costretto ad accettare quel qualcos’altro invece del qualcosa che ti è effettivamente dovuto. Per i nostri scopi qui le due parti di un contratto concordano liberamente; se l’accordo non è libero questa è materia per un’altra sfera di giustizia al di fuori della sfera monetaria. Se la parte che subisce l’inadempienza del contratto è soddisfatta nei termini liberamente concordati del contratto stesso, questo è senz’altro più vicino alla giustizia che il soddisfarla con la forza negli arbitrari termini estranei di un corso legale imposto da una terza parte. Concretamente, ti sono dovute delle patate, ed anche se il contratto prevede carote in mancanza di patate, sei costretto ad accontentarti di un pezzo di carta ed a chiudere il becco.
Tra l’altro, questo è anche un altro modo di premiare il demerito della parte inadempiente invece del merito della parte lesa.

Le varie caratteristiche del denaro trattate sopra contribuiscono tutte a farci dare il corso legale per scontato. Come conseguenza, non solo ci abituiamo ad usare la valuta a corso legale come unica unità di misura in accordi e contratti, ma anche a concordare con l’idea che le obbligazioni adempiute in valuta legale siano adempiute. Tutto questo non fa che fare il gioco del detentore della sovranità monetaria che emette denaro fiat dal nulla, sia esso un governo o i banchieri della riserva frazionaria, quei consegnatari travestiti da debitori, non solo legittimando la loro pratica fraudolenta dello spacciare promesse come consegne, ma anche facendole scudo con la forza della legge.

Ma c’è anche un altro lato: la valuta a corso legale non entra nei nostri accordi meramente come unità di conto, ma in realtà come una terza parte spuria imposta ed arbitraria che si insinua, si immischia nella libera relazione fra le parti contraenti, pronta a servire da cavallo di Troia. Non c’è bisogno di dire, infatti, come il potere il quale decreti che qualcosa è valuta a corso legale decreti anche simultaneamente che le obbligazioni in suo favore meglio note come tasse debbano essere adempiute in quella stessa valuta a corso legale.

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Potresti obiettare: e allora? Aspetta di vedere questo e gli altri ingranaggi che ingranano… E allora vediamo come i governi e la legge siano gli strumenti dei burattinai per monopolizzare la pietra filosofale; chiamiamolo “monetopolio”: la monopolizzazione della manipolazione monetaria…

Inizia con il governo che esige il pagamento delle sue tasse nella sua valuta legale, il che è un primo sopruso; questo chiude in un certo qual modo il ciclo del monopolio, e non è che l’attuazione economica del dominio della forza.
Lasciamo da parte per un momento chi sia a possedere la sovranità legale e la sovranità monetaria; chiunque sia il criminale tuo creditore, nel momento in cui sei gravato da un debito e sei tenuto a ripagarlo in qualcosa che è emesso dal creditore, sei fottuto per benino. Ricordi il passaggio dai mezzi di pagamento fertili a quelli sterili? Se ti presto delle sementi, persino se le presto ad interesse, tu le semini, esse fruttificano e producono altre sementi, e così dopo che mi hai restituito le mie, anche se maggiorate dall’interesse, ne restano comunque ancora molte di più e ce la facciamo tutti. Se ho il monopolio della creazione del denaro e te ne presto un po’ ad interesse, per prima cosa devi accettare denaro dagli altri in cambio dei tuoi prodotti in modo da avere quello che mi devi restituire, e per seconda devi darmi qualcosa che voglio da te per ottenere da me quel denaro supplementare per l’interesse. In altri termini, benvenuto nella trappola del debito infinito. Il punto è: nel momento in cui mi devi qualcosa e quel qualcosa devi ottenerlo da me, sei mio.
Tra parentesi, questo è dimostrato anche da quello che qualcuno ha osservato con perspicacia e qualcun altro ha sfruttato slealmente: rendere qualcosa obbligatorio fa alzare artificialmente il suo valore, qualunque cosa sia. Ed in confronto fa anche abbassare artificialmente il valore delle altre cose, a cominciare dai suoi concorrenti, come fa la moneta imposta priva di valore nei confronti della moneta dotata di valore intrinseco. Tutte forme dello stesso trasferimento fraudolento di ricchezza. E ciò che fa alzare il suo valore non è niente di più che la pistola alla tempia.

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Imperialisti e colonizzatori conoscono ed usano questo spregevole sporco trucco regolarmente per eseguire il loro sfruttamento: una volta che ti ho invaso, ti chiedo gentilmente a mano armata di usare il mio denaro, compreso il pagare le tasse che ti strappo. La valuta a corso legale è l’esecuzione economica della pura forza come fonte del diritto, e quella forza è possibile e forte solo tanto quanto le sue vittime concordano con essa, anche se solo passivamente.
Ed ancora una volta l’importanza dei fattori accordo e monopolio aiuta ad evidenziare la relazione fra sovranità monetaria e corso legale: la sovranità monetaria con moneta fiat è la facoltà di creare potere d’acquisto dal nulla ed il corso legale è l’accordo della vittima di riconoscere questo potere d’acquisto, in qualunque modo tale accordo venga prodotto, sotto minaccia o tramite frode, inganno o manipolazione. Qui il punto è che la prima è impotente senza il secondo: quanto all’accordo, i criminali potrebbero creare tutto il denaro fiat che volessero ma esso non diventerebbe mai potere d’acquisto a meno che e sin quando le vittime non fossero d’accordo, anche solo non dissentendo; quanto al monopolio, se leggi e pratiche inerenti il corso legale non creassero il monopolio della sovranità monetaria, le vittime sarebbero libere di scegliere fra quella moneta fiat ed i suoi possibili concorrenti.
Parlando di imperialismi, colonialismi, nazionalismi ed altri “ismi” del genere, non solo abbiamo già imparato per bene che la risposta a qualsiasi guerra fra poveri non è mai contendersi un mucchio di ossa ma piuttosto rintracciare la polpa; qui vale anche la pena di evidenziare come il nazionalismo monetario non sia che uno strumento per questi fini: le persone che agiscono come terze parti distorcono le radici della vita dalla fratellanza all’inimicizia, distorcendo il nazionalismo etico in quanto responsabilità per la propria area in nazionalismo non etico in quanto irresponsabilità verso le aree di tutti gli altri, e poi non solo lo usano per prenderci tutti in giro e metterci tutti gli uni contro gli altri, ma principalmente come la forma internzzionale del corso legale. Più forti le disposizioni giuridiche contro l’uso di monete di altre nazioni, minore la nostra liberta di metterle in concorrenza fra loro per la nostra fiducia.
E lo stesso vale senz’altro per qualunque forma di moneta alternativa.