Etica contro Soppressione

Ma al di fuori del cerchio che una persona ha tracciato intorno a sè ci può essere qualcosa di molto peggio che semplice noncuranza: a volte c’è soppressione. Le intenzioni e le azioni delle persone possono o meno avere innumerevoli sfaccettature; ma possiamo comunque classificarle riguardo allo scopo della sopravvivenza globale: contribuiscono ad essa o la riducono? Ricordi il mercante di caos menzionato in precedenza, considerato come soppressivo in termini pratici sulla base dei prodotti indipendentemente dai moventi? C’è un punto in cui la quantità del danno causato e dell’intenzione di danneggiare dietro di esso sono tali che è il momento di chiamare le cose con il loro nome: non più solo un livello etico insufficiente, ma vera e propria soppressione.

Ho toccato in precedenza due fondamenti; adesso voglio completarli con un terzo fondamento ed invitarti ad osservare la loro piena portata.

Primo: è l’intenzione ad essere causa. La causa fondamentale nel mondo è l’intenzione della persona. Tutto il resto semplicemente ne deriva. Tutte le altre “ragioni” non sono che strumenti, subordinati all’intenzione. Filosofie, ideologie, religioni, teorie economiche, qualsiasi circostanza, qualsiasi cosa ci sia sulla scena, verrà maneggiata da persone, ed alla radice delle persone c’è un’intenzione.

Secondo: la responsabilità è individuale. Ogni persona ha un’intenzione, ed anche quando la persona la allinea con qualche altra intenzione, quell’allineamento proviene da una decisione della persona. Persino sotto costrizione la persona ha riconosciuto alla costrizione un effetto su di lei. La responsabilità ultima è nelle mani della persona. Ogni gruppo è un accordo di persone. Nessuna persona deve nascondersi dietro nessun gruppo.

Terzo: la differenza fra una persona etica ed una soppressiva sta in questi stessi fondamenti. Ho discusso prima l’assunto utile in pratica secondo cui le intenzioni di una persona risalgono ad una motivazione di base, e su quella base la differenza è proprio lì, alla radice.

Etica contro Soppressione, 2

Tanto la persona etica quanto la soppressiva vogliono sopravvivere, personalmente; la differenza è nell’intenzione nei confronti del prossimo, verso gli altri: la persona etica vuole che anche chiunque altro sopravviva. Quella soppressiva vuole tutti gli altri morti. Come ho detto, il perché è che, mentre alla radice della persona etica c’è dell’amore per i propri simili e la consapevolezza che la vita è uno sforzo di gruppo, alla radice del soppressivo c’è il terrore nascosto degli altri: vive in un mondo parallelo, dove ogni altra persona è un nemico, un nemico da distruggere, apertamente o nascostamente. Ed il nemico tenta costantemente di ucciderla, quindi si sente in costante pericolo e costante bisogno di difesa in ogni modo possibile, a cominciare da ogni forma di attacco che una persona sola circondata da nemici possa mettere in atto. Sicuro, quel mondo parallelo non è reale. Sicuro, il soppressivo è matto da legare, non c’è bisogno di dirlo. Tuttavia in superficie può sembrare normalissimo, equilibrato, rispettabile, autorevole, e diventare molto influente e quindi potente. E più le cose vengono da lui influenzate, più degradate diventano, più la gente si abbatte, più la sua presenza si fa dissimulata e difficile da individuare. Il collasso umano e materiale causato dall’influenza del soppressivo è il suo nascondiglio migliore.

Ricorda che siamo qui per arrivare da qualche parte: non è questione di dissertare su questo, ma di “funziona?” Questo punto di vista ci mette in grado di capire e prevedere e risolvere?