Il legame sociale svuotato

C’è una proporzione fra oppressore ed oppresso: il numero di cartucce nel caricatore di un’arma è finito; una volta esaurite, i superstiti impiccano, appendono e squartano per benino lo sparatore. Perciò se un’associazione a delinquere deve ampliare il suo dominio oltre tale proporzione, deve ingrossare i propri ranghi.
In particolare, per qualsiasi soppressivo è imperativo ed imprescindibile trasformare i suoi simili in plotoni di esecuzione irresponsabili che si giustiziano a vicenda, qualcosa che vedrai in una luce più profonda una volta che sarai al corrente della Legge della Terza Parte e dell'esperimento di Milgram più avanti.
Ed i banchieri fondamentalmente vogliono tutto il mondo, più gli interessi. Quindi lo schema piramidale che creano non è diverso nella sua natura da qualsiasi altra piramide criminale, ma lo è in dimensioni: è consueto, ma stavolta il suo ordine di grandezza è globale, e calato sulla società nel suo complesso.

Chi potrebbe mai avere il denaro per comprare tutti, quale che fosse il prezzo? La risposta a questa domanda, approfondita ulteriormente più avanti, è: fatto senza precedenti nella storia, loro. Il fatto degno di nota è senz’altro che sono nella posizione di farlo: nessuno nella società ha altrettanto potere politico ed altrettanto potere economico, ed inoltre quei loro poteri sono di portata tale che sono in grado di influenzare la società nel suo insieme. Il bastone e la carota? Loro hanno abbastanza risorse finanziarie per dispiegare entrambi ad un ordine di grandezza inavvicinabile da altre associazioni a delinquere. Un esempio?

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Ritorniamo all’Isola d’Esempio. Ci vivono sempre 100 persone, ed una di loro inizia a spacciare droga a cinque altre persone. Poi usa bastone e carota sulle sue vittime: spacciare altra droga ad altri per pagarsi più dosi – la carota, o godersi la sindrome d’astinenza – il bastone. Poi, un’altra persona fa lo stesso con altre cinque persone. Ora sull’isola abbiamo circa 88 persone oneste, 2 criminali e 10 vittime−complici. Finora, dati questi rapporti di forza, di 88 a 12 – o 98 a 2, purchè le persone oneste non siano diventate troppo fonti potenziali di guai, raddrizzare le cose non è una gran difficoltà per le 88 o 98, no? Un particolare non del tutto trascurabile che rende questo possibile è che il panorama economico in cui vivono è tale che da 88 a 98 persone su 100 si guadagnano da vivere con attività oneste, etiche, produttive. Hanno una possibilità di paragonare il bene e il male e di scegliere fra di essi.

Ma adesso supponiamo che una terza persona, con risorse illimitate, inizi a spacciare droga ad altre 80 persone. Ora, su 100 persone abbiamo 3 criminali e 90 vittime−complici assogettate a bastone e carota. Puoi avere un’idea, adesso, non solo di quanto la situazione sia esplosiva – o implosiva –, ma anche della difficoltà per raddrizzarla, in 7 contro 93. Poi aggiungi a questo che le sue risorse illimitate consentono al terzo criminale di influenzare l’ambiente economico così che praticamente tutte le attività oneste e produttive siano o spazzate via o rese disoneste ed improduttive – distruggendo più di quanto producono. Così la dipendenza dal parassitismo è indotta non solo dalla sua natura intrinsecamente tendente alla dipendenza che crea, sollecita e sfrutta le debolezze umane, ma ulteriormente amplificata dall’ambiente economico, nel quale praticamente nessuno ha alcuna alternativa al male, nessuna possibilità di scegliere. Se lasciare una dipendenza è un problema, che dire del lasciare una dipendenza senza alcuna alternativa in vista per sostenerti, sia materialmente che spiritualmente, mentre si è affondati in un ambiente che è completamente schiavizzato dalla dipendenza?

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Così adesso trasponiamo l’esempio in termini meno appariscenti ma non meno mortali, sostituendo una dipendenza lampante – quella dalle droghe, con un’altra altrettanto mortale – quella da impieghi non etici, improduttivi, che producono meno sopravvivenza reale a lungo termine per tutti in cambio di apparente sopravvivenza a breve termine per sé, ma senza alternative a portata di mano.

Etichettala come preferisci – economia feudale, dominata dal crimine organizzato, totalitaria –, è sempre il fondamento soppressivo, trattato prima, di un oligo−monopolio che crea e sfrutta deliberatamente scarsità di fattori di sopravvivenza. E da quel punto di vista puoi vedere e comprendere qualsiasi regione depressa. È stato detto che la depressione non è che oppressione accumulata e non risolta.

Per descrivere l’economia di una regione depressa potremmo dire che il benessere ed il lavoro sono scarsi e praticamente tutti in mano agli oligo−monopolisti, quindi tutte le speranze della gente di lavorare e quindi mangiare sono nelle mani di quegli oligo−monopolisti. Le alternative all’oligo−monopolio potrebbero venire combattute esplicitamente oppure potrebbe sembrare che magicamente non si materializzino mai, questo è secondario; e l’oligo−monopolio potrebbe essere appannaggio di qualsiasi tipo di casta, che sia un governo o una multinazionale o un’organizzazione criminale, anche questo è secondario. Un esempio del tipo governativo è l’Italia meridionale, dove le cifre dei dipendenti del settore pubblico sono abnormemente elefantiache, tutti apparentemente sognano un impiego pubblico, e la percentuale dell’economia gestita da politici e funzionari pubblici è coerentemente enorme con tutte le conseguenze del caso; un esempio del tipo multinazionale è la globalizzazione, dove il mondo intero sta venendo stritolato in infiniti modi dal potere delle multinazionali; e quanto al tipo criminale, entrambi questi esempi ne hanno i requisiti.

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Dati questi rapporti di forza nel panorama economico, indovina cosa c’è in arrivo? Per cominciare, una quota tremendamente alta della popolazione è soggetta ad una soppressione senza esserne consapevole per quello che è e senza essere in grado di farci nulla, e quindi è una fonte potenziale di guai. Ma quel che è peggio è che su quella base quella stessa quota tremendamente alta andrà anche incontro allo spostamento di personalità della fonte potenziale di guai sopraffatta: da vittima ad oppressore.

La società è quindi a rischio di raggiungere il ben noto stato in cui circa 90 persone su 100 formeranno i plotoni di esecuzione, fucileranno le 7 che mantenevano le cose in funzione, e poi diranno di non essere responsabili, di essere state costrette a scegliere fra obbedire agli ordini o venire a loro volta giustiziate. Il ben noto dilemma del margine di manovra residuo quando si è circondati dal male.

Ma questa spiacevole situazione ne esemplifica anche un’altra – meno appariscente ma non meno importante –: adesso sostituisci i plotoni di esecuzione con le elezioni, i fucili con i voti, e vedrai cosa succede alla democrazia – essendo la democrazia la maggioranza che comanda, a prescindere – e quindi alla libertà ed alla sopravvivenza, quando la piramide parassita delle vittime−complici diventa maggioranza. Il parassita si espande oltre i limiti vitali e così assassina l’organismo ospite – ed anche abbastanza dolorosamente.

Inoltre, se tutto ciò non fosse già abbastanza, purtroppo la democrazia è in sè uno strumento difettoso ed illusorio, e non possiamo escludere, per così dire, che l’associazione a delinquere capeggiata dai banchieri se ne serva proprio a causa di questo, perché trae vantaggio anche da ciò.

“Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare.” “Se votare cambiasse qualcosa, lo renderebbero illegale.” Indipendentemente da come la si parafrasa e da a chi la si attribuisce, l’idea avanzata è che la democrazia non è in grado di mettere a posto le cose, e qualcuno può raggiungere un potere sufficiente da mantenerle fuori posto. In realtà, tuttavia, è probabile che allora sia ben peggio di così: essa può venire sfruttata per rendere le cose persino peggiori. Questo ovviamente non significa che la democrazia sia male; al contrario, quando gli strumenti migliori disponibili sono difettosi questo per noi è un bel problema.

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È stato detto che i problemi del gruppo non sono che la somma dei problemi dei singoli. Ed infatti i difetti della democrazia sono basati sui difetti dell’umanoide medio. Con umanoide intendo, sarcasticamente, uno la cui condotta non raggiunga i requisiti minimi per garantire la sopravvivenza di tutti noi, e tratterò quest’argomento più avanti in una certa misura in modo da darti un’idea dell’ordine di grandezza del problema. La democrazia come qualsiasi altra cosa è un prodotto umano, e come tale i suoi difetti sono basati sulle intenzioni umane, più o meno oneste, e sui difetti umanoidi, non importa quanto sembrino intrinsechi al prodotto.

Il punto è che questi difetti sono attentamente studiati, coltivati e sfruttati, e che non si indulge in essi senza pagarne le conseguenze. Solo che questo è offuscato man mano dallo sfortunato fatto per cui tutti i difetti umanoidi portano a diventare meno consapevoli, quindi mentre si affonda in queste conseguenze è probabile le si riconoscano sempre meno come tali, e men che meno le loro cause e responsabilità – inclusa la propria.