Tornando al loro scopo di dimostrare vero il fondamento delle loro scuole dominanti di Pensiero Unico in Economia, che la “velocità” con la quale il denaro cambia di mano è costante, e che quindi il rapporto fra il Prodotto Interno Lordo e la base monetaria è costante, la questione irrisolta di cosa sia il denaro è sfociata in una licenza per gli economisti di scegliersi la definizione di base monetaria che meglio si confaceva a tale loro scopo: se scegliere una di quelle definizioni non produceva una velocità sufficientemente costante, beh, scegline un’altra. Come dicono, ritenta, sarai più fortunato la prossima volta…
“I libri di testo ed i ricercatori non sono stati disposti a legarsi a nessuna specifica misura della base monetaria, in parte perché ce n’è una varietà così grande fra le quali scegliere.” Sottolinea Werner.
Ma Werner sottolinea anche qualcos’altro: “Questo di per sé, tuttavia, dovrebbe insospettirci: come potrebbe essere alta la fiducia nella scienza economica e nel suo collegamento con la realtà, se quella che sicuramente deve essere una delle variabili più importanti in essa – la quantità di moneta circolante nell’economia – non può essere misurata o definita accuratamente?”
Lo smascheramento del Pensiero Unico in Economia inizia dalla demolizione del suo fondamento: che il rapporto fra il Prodotto Interno Lordo e la base monetaria sia costante. Ed inizia da lì non per caso, e nel modo più schiacciante.
Non per caso perché, cosa questa che non sorprende, il vero scopo nascosto del Pensiero Unico è direttamente connesso al suo fondamento.
Nel modo più schiacciante perché quel fondamento si dimostra falso con qualsiasi definizione di base monetaria.
Dati alla mano, Werner traccia i grafici del rapporto fra il Prodotto Interno Lordo e TUTTE le misure della moneta, e scopre che la “velocità” è altamente variabile nel tempo. Questo fatto è così ineludibile che la sopracitata dichiarazione dell’allora Presidente del Consiglio dei Governatori della Federal Reserve System di fronte alla commissione parlamentare bilancio statunitense nel 2001 ne è un’ammissione a denti stretti.