La democrazia, ridotta ad un cavallo di Troia

Ahimè, le persone sembrano essere in qualche modo consapevoli della produzione e dello scambio come fondamenti della sopravvivenza e quindi dell’etica, quindi per i re rapinarle con le tasse era un po’ dura, inefficiente, in un certo senso: il re batte cassa e loro se ne risentono al punto da ribellarsi contro di lui per molto meno di quanto agognato dal re e dal banchiere.

Quindi i nostri complici si domandano: come saccheggiare di più sudando meno? O, se si volessero chiamare le cose co il loro nome: come macellare di più e sporcarsi meno le mani di sangue? Beh, sostituendo l’aggressione con l’inganno – come sempre –: usando qualcosa di buono come cavallo di Troia per infiltrare qualcosa di malvagio. Una bella esca sull’amo è quel che ci vuole.

La gente rivuole indietro una maggiore quantità dei propri diritti rubati? Così sia. Beh, magari non troppo in fretta e non troppo facilmente, per evitare che diventino sospettosi o esigenti. Diamogli solo quanto basta ad incolparli per l’insolvenza e il debito della nazione. Tanto, ci riprenderemo quello che concediamo a tempo debito… e con gli interessi… ma non prima che il saccheggio sia completo.

Perciò, in che modi la democrazia diventa un cavallo di Troia?

“In principio era la trappola del debito infinito tramite la moneta a debito.” Ora sappiamo che, se riesci ad ottenere che questo sia istituito ed in funzione a tuo vantaggio, finirai per possedere tutti e tutto, è solo questione di tempo. Vale senz’altro la pena di richiamare ancora una volta l’attenzione sul fatto che il tempo è dalla loro parte, non dalla nostra: tieni a mente mentre vai avanti che ogni giorno, anno, decennio che passa, se questo singolo cancro non viene sradicato, esso continuerà semplicemente a trasferire potere d’acquisto rubato dalla società a quell’associazione a delinquere.