Sinossi (Sunto), 4

In primo luogo, il denaro deve esistere in proporzione ai prodotti e servizi scambiabili, per consentire lo scambio di quelli esistenti e la realizzazione di quelli potenziali. Non di più perché taglieggia l'economia, non di meno perché la soffoca. In secondo luogo, nella vita reale la produzione di ieri ha reso possibile la produzione di oggi, questa a sua volta rende possibile la produzione di domani, e tutte insieme, sul denominatore comune della fiducia, onestà e giustizia, garantiscono la sopravvivenza ed il futuro. Quindi il denaro deve rispecchiare la vita reale in modo onesto: se il valore intrinseco del denaro è zero e quindi il suo potere d'acquisto nasce dal nulla in tasca a qualcuno, allora esso spetta di diritto al suo legittimo proprietario, il cittadino che lavora ed ha prodotto, produce o produrrà il valore reale, i prodotti ed i servizi, in misura della sua produzione. E nessun altro ha il diritto di usurparglielo, come invece accade da troppo tempo.

La sovranità monetaria viene USURPATA e RUBATA al cittadino, e non una ma DUE volte: la prima dai governanti, la seconda dai banchieri.
Prima la società sviluppa delle istituzioni, e le persone che scalano queste istituzioni usano la forza della legge per rubare la sovranità monetaria al cittadino.
A questo stadio, tutti i popoli di tutto il mondo danno per scontata un’idea falsa e distruttiva: che la sovranità monetaria debba appartenere allo stato.
Poi le persone che hanno scalato le istituzioni per sfruttarle si vendono ai banchieri, ed usano la forza della legge per fare in modo che lo stato regali la sovranità monetaria ai banchieri.
Poi ancora, sempre queste persone in combutta con i banchieri usano la forza della legge per fare addirittura in modo che lo stato prenda in prestito dai ladri la refurtiva che ha fraudolentemente regalato loro: lo stato prende in prestito dai banchieri, dietro garanzie ed interesse reali, quel denaro che gli ha concesso di creare dal nulla a costo zero, invece di essere lo stato stesso a crearlo a costo zero, ed invece di, meglio ancora, restituire questa facoltà al legittimo proprietario: il cittadino.