Speculazione, vincitori, vinti e debiti odiosi: la finanza contro l’economia

Non c’è da stupirsi che la finanza sia un mostro di Frankenstein che si aggira per le brughiere dell’economia reale, seminando devastazione e massacrando orrendamente: è stata creata per quel preciso scopo. La finanza è il mostro dei manipolatori monetari, creato in laboratorio e liberato nel mondo per fare esattamente quello che sta facendo: devastare, depredare e massacrare. Sì, è vero, ci sono alcune differenze, ma non sono esattamente delle attenuanti… Il dottor Frankenstein procedeva a tentoni verso un obiettivo dai contorni sfocati, e tanto il fatto che la creatura risultasse un mostro, quanto quello che in quanto mostro evadesse e lasciasse dietro di sé una scia di distruzione, si verificarono al di fuori della sua volontà. I manipolatori monetari procedono verso un obiettivo preciso e sanno perfettamente quello che stanno facendo, e la creatura nasce al preciso scopo di essere un mostro e viene liberata intenzionalmente per eseguire la sua missione. La manipolazione monetaria manipola il denaro, quindi la finanza con le sue speculazioni altro non è che la sua attuazione pratica.

L’economia è l’impulso etico della gente di sopravvivere, la finanza è l’azione soppressiva di sfruttare, derubare, schiavizzare, affamare ed assassinare la gente attraverso speculazioni, moneta a debito, trappole del debito infinito e tutto il resto.
L’economia è l’attuazione dell’etica della sopravvivenza attraverso la produzione e lo scambio di fattori di sopravvivenza. La finanza è un gioco d’azzardo truccato, e come tale è fuori etica due volte: una per essere un gioco d’azzardo, una per essere truccata. Nella misura in cui la produzione e lo scambio sono onesti, l’economia è un gioco in cui tutti vincono, perché i redditi sono la ricompensa per la consegna di fattori di sopravvivenza. In quanto intrinsecamente un’attuazione della “produzione” e dello “scambio” disonesti, la finanza è un gioco in cui, che qualcuno “vinca” o meno, di sicuro qualcun altro perde in ogni caso.