Crimine contro l’Umanità: Pensiero Unico in Economia, 34

Tanto per cominciare, Werner ci informa di come “la maggior parte dei testi universitari di economia monetaria non offra alcuna risposta appropriata”, e cita alcuni di essi: “i modelli teorici delle economie monetarie spesso forniscono scarse indicazioni circa il come la quantità di moneta che appare nella teoria andrebbe messa in relazione alle misure empiriche della base monetaria”; “una risposta empirica alla definizione di massa monetaria è molto più eclettica della sua controparte teorica”; “la moneta è difficile da definire e misurare” e “è probabile che le divergenze nelle visioni di cosa costituisca moneta aumentino col tempo”.
Gli economisti dapprima provarono la formula con le più deduttiviste, ristrette – ed irreali – fra quelle varie M, come il contante od il denaro emesso dal formale legittimo (concediamoci di usare questi aggettivi, anche se qui ridicoli, per amore di chiarezza) detentore della sovranità monetaria. Ma dato che questi rappresentano solo le briciole di tutte le transazioni, quella era una posizione insostenibile.
Perciò si immersero nel profondo inesplorato mare di quelle varie M, ed alla fine ne riemersero con la loro soluzione: il “moltiplicatore monetario”: cesellarono ardite nuove formule la cui attrattività sta nella loro aumentata complessità, ma il cui risultato netto è, di nuovo, postulare che l’ammontare di tutto quell’inesplorato mare di moneta sia semplicemente proporzionale a quello della moneta discernibile sulla loro spiaggia deduttivista.
Certo, è stato detto che tutte le risposte sono fondamentalmente semplici, e non c’è come il suo opposto per – si spera – rendersene conto. Sull’utilità strategica della complessità, ancora Werner: “Come il lettore percepirà prontamente, ci sono illimitati modi in cui questa espressione può venir resa più complessa, senza aggiungere alcun valore d’informazione, e questo è ciò che è stato effettivamente fatto. Questa maniera alquanto contorta di guardare alla proporzione fra una misura più ampia della massa monetaria … ed una più ristretta … ha anche incoraggiato i ricercatori a postulare (senza prove empiriche) che le misure ampie della moneta siano in una qualche relazione stabile con misure più ristrette,” – dopodichè ci dà un indizio – “e che i depositi bancari siano una mera estensione delle misure ristrette della moneta. Conseguentemente, per decenni è stata avvertita poco la necessità di studiare ulteriormente le origini ed il ruolo dei depositi, l’effettivo funzionamento ed il ruolo economico delle banche o di altre realtà istituzionali che potrebbero fornire importanti informazioni su come funziona l’economia. I deduttivisti potevano tenersi i loro modelli assiomatici e non dovevano avventurarsi fra le stravaganze della realtà.”

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