Il quadro generale

Semina tutto l’oro del mondo
Nelle mani delle anime più nere,
Raccogli le conseguenti implosioni
Di tutti i vasi di Pandora.

 

Se sei incredulo
Che qualcuno sia capace
Di crimini così immensi
Per ragioni così meschine,
Smetti di pensare
Ed inizia a guardare.

Il quadro generale, 1

Potresti chiedere: cosa me ne faccio di un quadro generale, in pratica? Ho iniziato a rispondere a questa domanda all’inizio, dove ho esposto che c’entri tu con tutto questo; adesso, dopo avere rivisto quella parte se senti che non è chiara, ti inviterei ad un breve viaggio che inizia da dove sei e prosegue sempre più all’indietro e verso l’alto… dietro le tue spalle. Un viaggio consigliabile comunque, indispensabile in presenza di soppressione.

Ti trovi in un dato tempo e luogo, e proprio come i tuoi occhi possono vedere davanti a te un’area circoscritta entro certe barriere, altrettanto può fare la tua consapevolezza. Supponendo tu stia avendo o tu stia essendo testimone di problemi dove ti trovi, dal tuo attuale punto di vista inconsapevolmente ristretto non è disponibile alcuna informazione che ti metta in condizioni di fare qualcosa di efficace per essi. Tipo il film Galline in fuga, tanto per intenderci: indipendentemente dal tuo interesse per la situazione, i confini del mondo per te sono quelli del tuo pollaio.

Non è solo che la tua visuale sia ristretta, e non è solo che tu non sia consapevole che lo è; il punto principale qui è: c’è qualcun altro che ha una visuale più ampia della tua, e che si trova dietro le tue spalle. E se in generale ciò sarebbe un rischio potenziale, in presenza di soppressione questo diventa un pericolo effettivo.

Nel rifacimento del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato c’è un ascensore particolare: quando sale, non si ferma all’ultimo piano, ma prosegue in cielo e poi si sposta ovunque si voglia. E presumo ti sia capitato di vedere quegli effetti speciali di zoom estremo, avanti o indietro, dalla visione microscopica della più piccola particella cui tu possa pensare alla visione da telescopio astronomico del pianeta Terra come un puntino invisibile nell’universo, passando attraverso ogni possibile livello intermedio di zoom. E allora saliamo su quell’ascensore, iniziamo a zoomare indietro, usciamo dalla nostra testa ed iniziamo a muoverci all’indietro e verso l’alto.

Il quadro generale, 2

Man mano che zoomi indietro ti rendi consapevole di ciò che esiste e di ciò che ha luogo al di fuori del tuo precedente perimetro più ristretto: a fianco, in aree differenti al suo stesso livello; al di sopra, in aree più vaste ad un livello più alto.
Scopri sia elementi ulteriori che relazioni causa ed effetto.
Scopri che elementi nel tuo perimetro precedente sono effetto di cause al di fuori di esso, e scopri queste cause.
Quest’informazione ulteriore potrebbe avallare oppure demolire le tue convinzioni precedenti; seguendo i fili, caso per caso:
elementi aventi una data importanza visti da dentro il precedente perimetro potrebbero acquisire un’importanza differente quando paragonati ad ulteriori elementi e relazioni al di fuori di esso, questioni chiave potrebbero rivelarsi inezie, ed inezie potrebbero rivelarsi indizi chiave;
elementi che sembrano buoni da dentro il precedente perimetro potrebbero rivelarsi essere cavalli di Troia che portano ad una distruzione ben più grande del bene apparente usato per dissimularla;
cause che sembrano plausibili da dentro quel perimetro potrebbero rivelarsi essere polpette avvelenate per sviare gli inseguitori dalle vere cause.

Sinchè non ti sei spostato più indietro e più in alto, tutto questo era nascosto dietro le tue spalle. Quindi la lezione fondamentale è: Mi sono spostato indietro ed in alto abbastanza? Il quadro che sto vedendo da qui è sufficientemente completo? C’è ancora qualcos’altro, o peggio, qualcun altro, dietro le mie spalle?
Guardati le spalle, quindi.
Come? Non se ne sa mai abbastanza. Non solo su quel che sai di non sapere, ma anche su quel che non sai di non sapere, e su quel che pensi di sapere. E più sei in grado di zoomare avanti e indietro, meno sono le probabilità di venire pugnalato alle spalle, persino senza accorgertene.

Il quadro generale, 3

Inoltre, parlando più in generale, si tratta della relazione fra il quadro generale e le importanze relative: tutte le importanze sono relative l’una all’altra ed alla sopravvivenza, nel senso che qualsiasi cosa la si valuta come più o meno importante di qualcos’altro nel produrre un livello di sopravvivenza più elevato; più ampio il proprio quadro, e più realisticamente ed accuratamente si assegnano alle cose le importanze relative. Se la propria visuale è limitata al ponte, si può decidere che la cosa più importante da fare sia lavare il ponte, e che non sia molto urgente; quando si scopre che sotto il ponte c’è uno scafo, e che imbarca acqua, si potrebbe rifare la valutazione e decidere che la cosa più importante da fare è riparare la falla nello scafo, e che è lievemente urgente.

Per sottolineare ulteriormente l’importanza della tua consapevolezza, vorrei non sfuggisse alla tua attenzione come io abbia usato due termini simili i quali, anche se potrebbero venire confusi, sono due termini distinti e separati: la scena generale, ed il quadro generale. La scena è lo stato delle cose. Il quadro è la tua consapevolezza dello stato delle cose. Tutte le trappole sono nascoste nel divario dal quadro alla scena.
Attento al tuo divario, quindi.

Alcuni dicono: “tout se tient”, “tutto è collegato” in francese. Man mano che affronti il fatto che il tuo quadro generale è la portata della tua consapevolezza di una scena generale reale, e che una scena generale è composta da elementi reali, dalle loro importanze relative reali, e dalle relazioni causa−effetto reali fra di loro, ti rendi conto di quanto sia serio, tangibile e preciso ciò a cui questa frase allude.

Quanto sopra è una prima risposta ad a cosa ti serva un quadro generale: più vicino è il tuo quadro generale alla scena generale, e meglio è. Meglio per te, meglio per tutti, meglio per tutto. E più distante è, peggio è, vale la pena sottolinearlo.

Ma ancora una volta c’è più di quanto sembri a prima vista: la soppressione. Riconsiderare, rivalutare tutto quanto sopra in presenza di soppressione. Questa è la risposta completa ad a cosa ti serva un quadro generale: più vicino è il tuo quadro generale alla scena generale concenente soppressione, e meglio è. E più distante è, peggio è.
In termini di vita o di morte. Ed anche di pace od inferno.

Il quadro generale, 4

Alquanto ovviamente, discutere tutto questo sin qui in termini astratti è un’introduzione per prepararti ad affrontare una reale, specifica scena generale, così che tu metta assieme i pezzi del suo puzzle in un quadro generale che ti consenta di vederla per quello che è, senza sconti. Tout se tient, tutto è collegato. E serve di fatto uno scopo comune.
Quel che rende l’affrontare questa scena generale un po’ inpegnativo è lo stesso motivo per cui uno la indicherebbe come “la” scena generale, piuttosto che solo come “una” scena generale: è la risposta alla nostra domanda iniziale, “ma che … sta succedendo?” Come tale, è una risposta vasta e descrittiva, in quanto abbraccia i fondamenti di tutto quello che sta accadendo, e li fa risalire all’intenzione, il nocciolo, attraverso il mezzo, la pietra filosofale.

E così, abbiamo il soppressivo e la sua intenzione e meta fondamentale: tutti gli altri ridotti ai minimi possibili termini o, meglio ancora e quindi ovunque possibile, morti. Abbiamo lo strumento ultimo, la manipolazione monetaria, che consegna “tutto l'oro del mondo” nelle sue mani. Date tali premesse, come userà questo strumento per procedere? Cosa farà con esso, in pratica? Se applichiamo un poco di logica dal punto di vista del soppressivo, possiamo dedurlo abbastanza facilmente per sommi capi.
Sommi capi da vedere più come componenti che come passi di sequenza, dato che è così che più spesso vengono attuati: perseguiti allo stesso tempo negli stessi piani. Tuttavia, per maggiore chiarezza li evidenzio qui come passi di una sequenza logica.

Il quadro generale, 5

Primo, il soppressivo deve accumulare potere d’acquisto. La sproporzione fra la quantità del suo potere d’acquisto e quello di chiunque altro si deve incrementare il più possibile, il più velocemente possibile.
Secondo, il soppressivo deve trasformare quel potere d’acquisto in potere assoluto. Il suo potere d’acquisto deve produrre il suo controllo assoluto su tutti e tutto, il più possibile, il più velocemente possibile.
Terzo, il soppressivo deve usare quel potere assoluto per sopprimere tutti. Il suo controllo assoluto deve produrre ogni possibile metodo efficace di sopprimere ed il suo massimo impiego possibile.
Quarto, dato che un’umanità vulnerabile è più facile da ridurre in schiavitù, la prima meta del soppressivo è un’umanità disorientata, degradata, indebolita, apatica, e quindi vulnerabile, così da ridurla in schiavitù nel modo più efficace ed efficiente possibile.
Quinto, dato che un’umanità in schiavitù è più facile da assassinare, la meta intermedia del soppressivo è un’umanità in schiavitù, così da assassinarla nel modo più efficace ed efficiente possibile.
Sesto, dato che un’umanità ridotta ai suoi minimi termini, o meglio ancora morta, estinta, è l’umanità più desiderabile per chi la teme dal fondo del proprio disorientato essere, la meta finale del soppressivo è un’umanità morta, estinta: assassinarla tutta nel modo più efficace ed efficiente possibile. Così il soppressivo non avrà più nessuno di cui avere paura, giusto?
E allora scendiamo un po’ nel dettaglio.